Funghi gratinati al forno
Ieri, ho cucinato i funghi champignon gratinati al forno, un contorno sfiziosissimo e semplice da realizzare sono ottimi sia caldi che a temperatura ambiente, quindi possono essere anche comodamente preparati in anticipo e si abbinano perfettamente a carne, pesce e formaggi!
Il tocco in più sta nella panatura: io ho utilizzato il pane grattugiato che compro dal fornaio, lo prepara ogni giorno con il suo pane comune avvanzato, per avere una maggiore croccantezza.
I funghi champignon – o prataioli – sono tra i funghi più comuni ne esistono diverse varietà nei negozi si trovano soprattutto quelle di colore bianco e beige chiaro. Hanno un sapore delicato e un buon profumo. Il loro successo è dovuto anche all’estrema versatilità in cucina: gli champignon sono protagonisti di tanti piatti molto gustosi e facili da preparare.
Come pulire i funghi champignon
E' importante che siano puliti molto bene, ma non è affatto difficile. Con un coltello affilato eliminare l’estremità del gambo e – raschiando delicatamente – i residui di terriccio. Quindi si strofinano con un panno pulito o carta da cucina.
Questione importante: molti sostengono che i funghi non si lavano, per via della loro consistenza spugnosa, che tende ad assorbire acqua; Io, invece li risciacquo velocemente in acqua fredda dopo averli puliti bene, così mi sento più sicura. Ok, fatto!
Buongiorno, buona giornata xo Stefania
𝒯𝒽𝒾𝓈 𝐼𝓈 𝒶 𝒫𝒽𝑜𝓉𝑜𝑔𝓇𝒶𝓅𝒽 𝑜𝒻 𝑀𝑒. 𓂃ꕤ ♡ 𝓍 𓂃ꕤ
Funghi gratinati al forno – ricetta semplice e leggera
Ingredienti per preparare i funghi gratinati al forno:
500 g funghi champignon
150 g pane grattiugiato
prezzemolo
uno spicchio d'aglio
olio extravergine d’oliva
sale
peperoncino (facoltativo)
Procedimento per preparare i funghi gratinati al forno:
Ecco, i pochi e semplici passaggi che servono per preparare i funghi gratinati al forno!
Per prima cosa, tagliate la base dei vostri funghi e ripuliteli esternamente con un po’ di carta assorbente inumidita, tagliateli a metà. (per come pulire i funghi, leggi sopra).
Mette i funghi in una ciotola e conditeli con un filo d’olio, aglio e prezzemolo tritato, pane grattugiato un pizzico di sale e uno di peperoncino (oppure pepe) sistemateli su una teglia rivestita di carta forno con la parte tagliata verso il basso, distribuite sopra il resto del condimento rimasto nella ciotola e ompletate con un altro filo d’olio buono.
Cuocere in forno preriscaldato in modalità ventilata a 190° per circa 15-18 minuti, fino a doratura.
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Santarcangelo di Romagna, un bel borgo romagnolo
lungo la via Emilia tra Cesena e Rimini.
Il nome antico del villaggio di origine romana era Pagus Acerbolanus (Acervus ovvero “mucchio” “cumulo” di pietre di fornaci per le cave di argilla), di nascita contestuale allla fondazione di Rimini (Ariminum nel 268 a.C.), poi mutato in Castrum S.Archangeli in epoca medievale attorno all’anno mille. Nel 1863 assunse il determinante “di Romagna”, mentre nel 1913 venne ulteriormente contratto in Santarcangelo di Romagna eliminando l’apostrofo.
Il toponimo deriva dal patrono dell’antichissima pieve risalente al VI sec., San Michele Arcangelo, tutt’ora esistente nella piana verso la valle del fiume Marecchia, anche se nel periodo delle invasioni barbariche la popolazione si trasferì sul vicino poggio, denominato Monte Giove, dove più tardi verrà costruita una nuova chiesa, di forme barocche, che oggi è la Collegiata.
Sul finire del medioevo e nei decenni successivi, il potere a Santarcangelo si intreccia con le proprie rocche, le torri e le proprie cinte murarie, tutte distrutte e ricostruite più volte. Inizialmente soggetto al vescovo di Rimini, diverrà poi possesso dei conti Balacchi nel XIII secolo, spodestati dai Malatesta di Rimini nel XV, che a loro volta, nel 1462, dovranno cedere il dominio al duca Federico di Montefeltro, responsabile anche della messa al sacco del paese. Tra il 1503 ed il 1505 fu assoggettata dalla Repubblica di Venezia. Passò quindi agli Zampeschi che lasciarono il governo nuovamente ai vescovi di Rimini e poi, con tutta la Romagna, allo Stato Pontificio, dopo l’effimero tentativo di Cesare Borgia di creare uno stato indipendente a spese del papa e dei vari signori locali.
Che cosa vedere nel borgo di Santarcangelo di Romagna
Campanone
È la prima cosa che vedi quando stai ancora passeggiando tra le strade del centro, ed è anche il miglior punto di riferimento per raggiungere l’area più antica sul colle Giove. Conosciuta come il Campanone, per via delle sue dimensioni imponenti (è alta 25 metri), la torre campanaria realizzata in stile neogotico alla fine dell’Ottocento regala un profilo inconfondibile al borgo medievale di Santarcangelo di Romagna.
Piazza delle Monache
Prima ancora di arrivare sotto il Campanone, transiterai in piazza delle Monache, a tutti gli effetti il punto di accesso al borgo di Santarcangelo di Romagna. La sua centralità viene certificata dalla presenza del convento delle Sante Caterina e Barbara, oggi abitato dalle suore bianche (chiamate così per il colore del loro abito), e da Palazzo Cenci, sede del MUSAS (Museo Storico Archeologico di Santarcangelo).
Grotta monumentale
Il borgo antico di Santarcangelo di Romagna sorge sopra una città sotterranea, costruita in epoca medievale per proteggere cereali e vino dai frequenti assedi delle popolazioni nemiche. In passato dunque un’opera necessaria per sopravvivere, oggi invece un’attrazione che affascina i moderni viandanti in cerca di piccole meraviglie da condividere.
Rocca Malatestiana
A proposito di misteri, la Rocca Malatestiana del borgo di Santarcangelo di Romagna ne ospita di diversi. L’edificio lega il suo nome a Sigismondo Pandolfo Malatesta, una delle figure più influenti del Quattrocento, signore di Rimini e Fano dal 1432. A lui si deve l’aspetto odierno della Rocca, i cui lavori terminarono a ridosso della metà del XV secolo, prima di essere conquistata nel 1462 da Federico da Montefeltro, suo acerrimo nemico.
La leggenda narra che Paolo e Francesca morirono all’interno delle mura della Rocca Malatestiana di Santarcangelo di Romagna, e non in quella di Gradara, nelle Marche. A sostegno di questa tesi ci sono gli studi di diversi storici e i racconti degli anziani della città, secondo cui lo spirito di Francesca (identificata come la Dama Bianca) vaga ancora tra le viuzze del borgo medievale nelle notti senza luna.
Via dell’Amore
Forse non si conoscerà mai la verità su come e dove la drammatica storia di Paolo e Francesca terminò: nel dubbio, il borgo di Santarcangelo di Romagna allunga costantemente la mano alla leggenda, afferrandola e stringendola forte a sé. E quale luogo migliore dell’antico centro medievale per passeggiare in via dell’Amore, alias Vicolo Amaduzzi, da dove si gode di un bellissimo panorama attorno al colle Giove.
La stradina, che rimane quasi nascosta rispetto alle altre, è dedicata al controverso abate Giancristofono Amaduzzi. Controverso perché da una parte era considerato un pensatore illuminato, dall’altra veniva tacciato come eretico per alcune sue prese di posizione che in quel periodo destavano scandalo (alla fine del Settecento difese a spada tratta la figura di Galileo Galilei, ad esempio). Trascorse gli ultimi suoi anni in solitudine, confortato soltanto dai suoi libri.
Quando il sole tramonta, il borgo si riempie di un'atmosfera antica fra cene condivise lungo le strade del centro, artigiani in mostra, mercatino di bambino, musiche e balli. Passeggia tra le vie illuminate, curiosa tra vetrine aperte e bancarelle artigianali, concediti un aperitivo o una cena nei rinomati locali del centro… e lasciati trasportare.
Santarcangelo di Romagna è il regno del buon mangiare romagnolo con tutti i prodotti tipici dell’agricoltura locale tra dolci colline, pianura e mare Adriatico.
(Image credit: Cool Chic style Confidential by Stefania Motta)
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My Recipe, Easy Italian Recipe.
A Italian kitchen by Stefania. Simple, healthy and good recipes from my kitchen. Happy cooking
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